Diario

How I Met Your Drama

Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova un po’ tutti quanti e ognuno di noi ha tentato di tenersi occupato nei modi più disparati. C’è chi ha deciso di recuperare anni e anni di libri lasciati a marcire nella libreria del salotto; chi ha svaligiato il supermercato dietro l’angolo ed è diventato il nuovo Masterchef; chi ha dato una svolta alla propria forma fisica allenandosi ogni giorno, e chi l’ha fatto mangiando i dolci del nuovo Masterchef di cui sopra; chi ha riscoperto le gioie del giardinaggio; chi si è improvvisato attore, ballerino o musicista; chi ha abbracciato la filosofia del dolce far niente e si è abbandonato a lunghe e oziose giornate sul divano; chi ha aperto una fabbrica di mascherine fai-da-te; chi ha scritto il romanzo della vita; e chi, come me, si è buttato sulle serie tv. 

Ai miei compagni di viaggio faccio subito i miei più sinceri complimenti: noi siamo i vincitori di questo post quarantena, del tanto agognato post isolamento, me lo sento. Quando finalmente potremo di nuovo uscire coi nostri amici, quando si potrà andare di nuovo a bere qualcosa tutti assieme, quando avremo davanti a noi le persone a cui vogliamo più bene, ma con le quali non abbiamo alcun legame di sangue… allora sì che potremo sfogare tutta la rabbia e la frustrazione che abbiamo represso in questi giorni dopo quel lurido, maledetto episodio. Tanto lo so, non negatelo, lo so che in questi due mesi anche voi avete vissuto un’esperienza traumatica e che la serie che avevate scelto con tanta cura vi ha tradito. Forse l’ha fatto all’inizio, dopo i primi dieci minuti, forse l’ha fatto alla fine, dopo dieci stagioni, o forse, ancora, ha osato farlo a metà, quando eravate ormai troppo avanti per decidere di lasciar perdere, ma eravate ancora troppo indietro per resistere e arrivare fino in fondo. 

Per quanto mi riguarda, quando è stato il momento di decidere che cosa guardare, mi sono presa il mio tempo. All’inizio ho pensato subito all’ennesimo rewatch di Friends, la mia serie, o meglio, sitcom preferita in assoluto, ma quando ho realizzato che non avrei rivisto i miei amici ancora per molto tempo, ho deciso di lasciar perdere. Troppo deprimente

Così ho rivolto la mia attenzione ad altro. 

Scrubs? Un serie ambientata in un ospedale durante una pandemia? Davvero? 

D’accordo, allora perché non Grey’s Anatomy? Ancora malati, ma più dramma e meno qualità. 

Breaking Bad? Troppo malato, ma in un altro senso.

House Of Cards? Troppi intrighi.

Game Of Thrones? Troppi morti.

E va bene, proviamo con qualcosa di più leggero, allora. I Robinson? Troppi congiunti.

Modern Family? Ho detto troppi congiunti.

Boris? Troppo italiana.

How I Met Your Mother

Ci siamo! Dopo anni di pregiudizi nei confronti di questa serie tanto amata da amici e conoscenti, ho deciso di darle una possibilità e… me ne sono innamorata anche io. Devo ammetterlo, ho dovuto ricredermi: dopo pochi episodi ho messo da parte la mia diffidenza iniziale e mi sono lasciata conquistare completamente da Lily, Marshall, Ted, Robin e Barney. (Oh Barney, forse non ti ho amato subito, ma dopo qualche stagione ho finalmente capito cosa intendessero tutti i miei amici quando non facevano altro che citarti). Il mio interesse e la mia curiosità sono cresciuti stagione dopo stagione e, sebbene niente e nessuno potrà mai prendere il posto di Friends, How I Met Your Mother si è ufficialmente guadagnata un posticino speciale nel mio cuore.

Fino alla penultima stagione. Quando ho cominciato a temere il peggio, quando hanno fatto accadere ciò che speravo non accadesse mai… ecco che la nona stagione non ha fatto altro che confermare tutte le mie più orrende paure.

E l’ultimo episodio. Dio mio, l’ultimo episodio. 

So che in molti l’hanno apprezzato quindi cercherò di non esprimere con troppa violenza i miei sentimenti riguardo agli ultimi minuti di una serie che ho amato così tanto; le urla e le imprecazioni le lascio a imperituro ricordo per i miei amati vicini. Sarò buona, gentile ed educata, lo prometto. Non ho fatto nemmeno uno spoiler in tutto questo articolo, dovete riconoscerlo.

Ma vi prego, vi prego, qualcuno mi dica che è stato solo un brutto un sogno.

[Piccola postilla per i più sensibili all’argomento: i commenti alle serie tv che ho citato sono funzionali alla realizzazione di questo articolo e pertanto sono da intendersi solamente in riferimento a questo contesto specifico.]